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10th Ott2011

Anthrax – Worship Music

by Gianluca Scala

Straordinario. Il come back degli Anthrax è semplicemente straordinario. L’avreste mai detto? Perché Worship Music sarebbe potuto essere qualsiasi cosa, pure una schifezza. E invece eccolo qua, con le sue 13 tracce di potenza eccelsa che ci gridano come il metal e gli Anthrax siano ancora vivi! Sono passati otto anni dal precedente We’ve Come For You All, di cui quattro passati in studio a registrarlo, riregistrarlo, con tre cantanti diversi davanti al microfono. Ebbene sì, perché buona parte del materiale era stato registrato con lo sconosciuto Dan Nelson, poi si pensava in un ritorno di John Bush alla voce,ed infine lo scorso anno ecco il ritorno di Joey Belladonna,a mettere a posto le cose 20 anni dopo quel capolavoro di Persistence Of Time che era stato il suo ultimo album col gruppo newyorkese. C’era la comprensibile paura che ad attendere così tanto tempo ci si poteva trovare davanti un disco informe, fatto male. E invece Worship Music è un delirio!

La band è più in forma che mai, il disco ci conferma gli Anthrax un elemento di punta del Metal di questi anni, loro che negli anni ‘80 erano come popolarità sempre considerati un gradino sotto a Metallica e Slayer. L’album comincia con una specie di sinfonia con la quasi title track Worship che è un intro da poco più di un minuto, ma poi è massacro, perché tutte le canzoni contenute nel disco ci offrono i Nostri in quello che sanno fare meglio, ossia un metal battente, ritmato, percussivo. Una ricetta che la band ha sfruttato in lungo ed in largo nel corso degli anni. Solo che qui tutto funziona alla grande, fra scariche di adrenalina ed energia che non cessa mai un momento di scorrere e catturarti.

La grande prova di Joey, il lavoro di batteria di Charlie Benante, e poi la bravura nel songwriting, con quelle armonie che ascoltate col volume a palla ti fan venire voglia di prendere una mazza e spaccare ogni cosa ti capiti a tiro (e che dal vivo provocheranno un pogo di proporzioni oceaniche, cose forse viste e sentite all’epoca di Caught In A Mosh, Indians etc). Anche se in un’ora di disco che abbatte i muri In The End merita il titolo di miglior brano dal ritmo spezzato, il primo singolo ad essere estratto è Fight’em’til You Can’t, che è semplicemente perfetta. Le prime due tracce Earth In Hell e The Devil You Know ti fanno partire con un headbanging da panico. E che dire di Revolution Screams? Sublime! Un disco potente e senza cedimenti, suonato da una band che potevamo ipotizzare ormai perduta. E invece…grandissimi Anthrax!

Autore: Anthrax Titolo Album: Workship Music
Anno: 2011 Casa Discografica: Nuclear Blast
Genere musicale: Thrash metal Voto: 9
Tipo: CD Sito web: http://www.anthrax.com
Membri band:Joey Belladonna – voce

Scott Ian – chitarra

Rob Caggiano – chitarra

Frank Bello – basso

Charlie Benante – batteria, percussioni

Tracklist:

  1. Worship
  2. Earth On Hell
  3. The Devil You Know
  4. Fight ‘Em ‘til You Can’t
  5. I’m Alive
  6. Hymn 1
  7. In The End
  8. The Giant
  9. Hymn 2
  10. Judas Priest
  11. Crawl
  12. The Constant
  13. Revolution Screams
Category : Recensioni
Tags : Thrash metal
0 Comm
24th Set2011

Slayer – Divine Intervention

by Francesco Gervasio

Siamo nel 1994: la Russia è prossima all’invasione della Cecenia, Frank Sinatra è prossimo alla sua ultima esibizione che avverrà in terra nipponica e Los Angeles è prossima ad un terribile terremoto che mieterà 34 morti e provocherà circa 1800 feriti. Ecco, in questa anno, a metà tra le atmosfere sognanti dei fratelli Andersen e quelle bucoliche di un Botticelli , uscì Divine Intervention. La scena musicale mondiale, più che altro il mercato discografico, risulta dominato dal grunge e da quel “frocio” di Kurt Cobain (la citazione è quella del Wrestler di Mickey Rourke, questo giusto per darvi l’idea dell’insoddisfazione dei metallari nel primo lustro degli anni ’90), i Metallica sono ormai quelli del Black Album, gli Anthrax hanno per i timpani la stessa gradevolezza dell’omonimo batterio e i Megadeth…bè lasciamo perdere i Megadeth. Ecco in questa ecatombe dove si piangono i bei tempi andati, quelli dei riff oscuri e dei testi distorti si salvano solo gli Slayer. Beninteso che anche loro arriveranno a mettere sul mercato album criminali (hey…chi ha detto Diabolus in Musica?) ma ebbero il coraggio, anzi, dato il contesto, la decenza di non tradire i propri fan, con un album sì lontanto da Seasons in the Abyss e Reing in Blood ma comunque metal, comunque non corrotto dall’appeal pop dell’epoca, comunque vicino alla loro storia musicale.

Non appena lo stereo inizia a fare il suo dovere vi acccorgete che quest’album è differente da tutto ciò che poteva fino ad allora essere etichettato come thrash metal: le atmosfere sataniche di Hell Awaits scompaiono totalmente e lasciano il posto alla cruda memoria storica: Pol Pot, I khmer rossi e ii Loro Killing Fields; la Wehrmacht, Lidice, il massacro di 192 ragazzini in Ss-3; la follia omicida di Jeffrey Dahmer in 213: e sembra di sentire il puzzo dela carne putrescente di quegli stessi campi di sterminio, sembra di percepire il terrore di giovani fucilati senza essere bendati, sembra di udire il ronzio della carne che frigge nel suo bagno di acido muriatico in quella stanza di un albergo di Milwaukee. Non mancano le opere di pura ispirazione “poetica” con l’afflato di Sex. Murder. Art. , la traccia omonima e un ulteriore attacco all’integralismo religioso in Dittohead. Detto che Bostaph fa la sua porca figura (ma Lombardo è un’altra cosa) passiamo alle note dolenti: l’album non è tutto rose e fiori o, per meglio dire, non è tutto assoli tremebondi e testicmefistofelici, basta sentire Cirlce of Beliefs ma è comunque il meglio che il mercato riuscirà ad offrire fino all’inizio del nuovo millenio e oltre. Max Cavalera criticò aspramente i testi dell’album , ma l’urlatore di Belo Horizonte, che con le sue urla ha reso i Sepultura uno dei più grandi gruppi metal degli ultmi 20 anni può, a giusta ragione, dire tutto ciò che vuole, vista anche la fine che ha fatto il suo gruppo. Ma questa è un’altra storia.

Autore: Slayer Titolo Album: Divine Intervention
Anno: 1994 Casa Discografica: American Recordings
Genere musicale: Thrash metal Voto: 8
Tipo: CD Sito web: http://www.slayer.net/
Membri band:

Tom Araya – voce, basso

Kerry King – chitarra elettrica

Jeff Hanneman – chitarra elettrica

Paul Bostaph – batteria, percussioni

Tracklist:

  1. Killing Fields
  2. Sex. Murder. Art.
  3. Fictional Reality
  4. Dittohead
  5. Divine Intervention
  6. Circle of Beliefs
  7. SS-3
  8. Serenity in Murder
  9. 213
  10. Mind Control
Category : Recensioni
Tags : Album del passato, Thrash metal
1 Comm
20th Set2011

Cavalera Conspiracy – Blunt Force Trauma

by Matteo Iosio

Adoratori del metallo eccoci qua a parlare dell’ultima fatica discografica partorita dai fratelli più biricchini del Metal ovvero il mitico duo Cavalera. Max e Igor si sono impegnati molto per questa nuova uscita discografica, la seconda dopo il buon recepito dalla critica specializzata Inflikted del 2008. Già dal titolo dell’album si riesce ad intuire a cosa si andrà incontro: Blunt Force Trauma, in termine medico tratta di un violento trauma dovuto ad una caduta o ad un corpo contundente che si abbatte sul sistema scheletrico. Ed è proprio questo che si ha l’impressione di avvertire durante l’ascolto di questo album, si viene investiti da un potente “muro” sonoro quasi come se un martello si abbattesse con forza contro il nostro cranio, chitarre veloci e martellanti con pesanti distorsioni, tempi di batteria veloci con abbondante utilizzo della doppia grancassa tipici di un thrash metal che sconfina, a volte, nel Metalcore con punte di Death/Groove metal.

L’album è ben congegnato e tecnicamente valido come ci si aspetta da veterani come loro. Questo lavoro sembra creato apposta per far sognare coloro che amavano i primi Sepultura, l’impronta dei vecchi lavori del dinamico duo è fortemente marcata qui anche se le antiche glorie sembrano oramai lontane. Nulla di nuovo od originale quindi, ma non per questo un album noioso o stancante, chi cerca ritmi potenti come una mitragliatrice automatica troverà in questo album ciò che desidera, i testi sono un concentrato di odio e ribellione da parte di chi è messo ai margini della società (I Speak Hate) con tracce come Rasputin o Target in cui vengono riportate alla luce sonorità e testi tipici dei primi Slayer. Le liriche non risultano molto ispirate od originali, è evidente come la band abbia preferito concentrarsi sulla costruzione di riff semplici ma efficaci nonché sulla struttura ritmica dell’album. In conclusione i ragazzi hanno svolto il loro “compitino” in modo ordinato non aggiungendo quel quid che potrebbe rendere questo album, qualcosa di speciale. Come innumerevoli volte mi fu detto durante la mia carriera scolastica, “il ragazzo ha enormi potenzialità ma non si impegna a sufficienza”. Nell’attendere una maggiore maturità della band sicuramente nelle corde del duo brasiliano, calatevi l’elmetto sugli occhi e premete il tasto play!

Autore: Cavalera Conspiracy Titolo Album: Blunt Force Trauma
Anno: 2011 Casa Discografica: Roadrunner Records
Genere musicale: Thrash metal Voto: 6
Tipo: CD Sito web: www.cavaleraconspiracy.com/
Membri band:

Max Cavalera – voce e chitarra

Igor Cavalera – batteria

Marc Rizzo – chitarra

Jhony Chow – basso

Tracklist:

  1. Warlord
  2. Torture
  3. Lynch mob
  4. Killing inside
  5. Thrasher
  6. I speak hate
  7. Ghengis Khan
  8. Burn Waco
  9. Rasputin
  10. Blunt force trauma
  11. Psychosomatic (bonus track limited edition)
  12. Jhiad Joe (bonus track limited edition)
  13. Electric funeral (bonus track limited edition)
  14. Six pack (bonus track edizione LP)

 

Category : Recensioni
Tags : Thrash metal
0 Comm
12th Set2011

Megadeth: ascolta gratis il nuovo singolo

by Marcello

I Megadeth, storica band di thrash metal americana, sono alle prese con il nuovo lavoro dal titolo TH1RT3EN in uscita per la Roadrunner Records (a lato la copertina). Il gruppo capitanato da Dave Mustaine ha da poco ripreso in line-up lo storico bassista David Ellefson, rientrato poco dopo l’uscita dell’ultimo e molto apprezzato Endgame. Ora è tempo di tenerci pronti per la prossima uscita e vedere se la band terrà alte le aspettative. Nell’attesa godiamoci il nuovo singolo Public Enemy No.1 ascoltabile sul sito ufficiale della band e diteci cosa ne pensate.

Category : News
Tags : Megadeth, Thrash metal
0 Comm
10th Set2011

Sepultura – Kairos

by Gianluca Scala

I leggendari thrashers brasiliani sono tornati più brutali di prima! Questo album segna un ritorno a sonorità estreme tanto care ai quattro carioca: i riff, gli assoli, la voce, la batteria, l’assenza di canzoni filler. Questo e’ un album perfetto! Senza esagerare questo potrebbe essere considerato il giusto proseguo di Beneath the Remains. Si parte con Spectrum, una canzone lineare, quasi ipnotica, si passa subito alla traccia che dà il titolo all’album e che inizia con un riff roccioso. C’è da segnalare nella track list la presenza di una cover molto interessante, ossia Just One Fix dei Ministry, ben interpretata dai Nostri. Un altro elemento curioso è la presenza di 4 tracce che hanno per titolo delle date di calendario: mi riferisco a 2011, 1433, 5722 e 4648, che fanno parte dei calendari tradizionali, quello cattolico, quello ebraico,quello cinese ed infine quello islamico. Difficile trovare una canzone che non possa piacere ai palati esigenti di coloro che amano da sempre questo genere. Acquisto consigliato a tutti, anche a chi magari conosce poco il gruppo brasiliano e che per la prima volta si trovi dinnazi a del loro materiale.

Autore: Sepultura Titolo Album: Kairos
Anno: 2011 Casa Discografica: Nuclear Blast
Genere musicale: Thrash Metal Voto: 8
Tipo: CD Sito web: http://sepultura.uol.com.br/
Membri band:

Andreas Kisser – chitarra

Derrick Green – voce

Jean Dolabella – batteria, percussioni

Paulo Jr. – basso

Tracklist:

  1. Spectrum
  2. Kairos
  3. Relentless
  4. 2011
  5. Just One Fix (cover dei Ministry)
  6. Dialog
  7. Mask
  8. 1433
  9. Seethe
  10. Born Strong
  11. Embrace the Storm
  12. 5772
  13. No One Will Stand
  14. Structure Violence (Azzes)
  15. 4648
  16. Firestarter (cover dei The Prodigy) (Bonus Track)
  17. Point of No Return (Bonus Track)
Category : Recensioni
Tags : Thrash metal
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