Adam Carpet – Adam Carpet
Il dubbio (atroce?!) riguardante gli Adam Carpet è se considerare il loro disco d’esordio come un’uscita del 2013 o targata 2014. Sì perchè il loro album omonimo, composto da dieci tracce, era uscito ormai dodici mesi fa, distribuito esclusivamente in digitale. Ora ci troviamo tra le mani lo stesso album, finalmente giunto in formato fisico e con due ulteriore tracce (che più che dei veri e propri inediti le definiremo bonus track). Ma al di là di questo è il succo che conta e dobbiamo ammettere che questo quintetto, composto da membri di altre band più o meno note sulla scena, ha molto da dire. Dopo l’opener che affonda nel post-rock d’atmosfera, giunge Manmasquerade che getta il cuore nell’elettronica dimostrando una doppia personalità dei Nostri che ha del conturbante. In questi cinque minuti compaiono passaggi diversi e molto interessanti, una capacità di spaziare senza sbavature, l’abilità del quintetto di giocare con i suoni più che con gli strumenti e creare qualcosa di moderno senza dover per forza attecchire a questa scuola o a quell’altra. Originalità, innovazione ma soprattutto una discreta capacità rivolta alla sperimentazione, come se il loro concetto di musica dovesse rendere ancora più “post” il post-rock; saranno le due batterie (che si sentono poco) o i due bassi (che si sentono di più) ma è già la forma mentis degli Adam Carpet che nasce sperimentale e che deve mantenere fede al proprio comandamento.
C’è qualche momento che forse esce un pò fuori dal seminato come I Pusinati e Krokus’ Magnet Store (chi ha pensato ai Daft Punk?!) ma risulta davvero piacevole scomporre i singoli elementi e appurarne il contributo per realizzare qualcosa di cui l’unione offre sicuramente un valore superiore rispetto alla somma delle singole parti. In particolare le linee di basso e i synth spesso sono i fattori che giocano un ruolo assolutamente principale e che cambiano anima nel corso dell’ascolto passando da uno space rock a sonorità quasi dance, sempre ricoperte da una sperimentazione imperante. Così il viaggio Adam Carpet sembra un’unica lunga traccia fatta di cura e di trasposizioni oniriche nella direzione della non convenzionalità. Per i due brani inediti, posti sul finale, possiamo segnalare più che Dreamcity (cover riarrangiata dei Frigidaire Tango), Future Teen che dimostra che qualcosa, per lo più a livello ritmico, è cambiato nella band ma in fondo niente si è stravolto: l’incedere è maggiormente percussivo anche se la traccia è la più lunga da loro composta, ci si rifà a territori dance e la sorpresa giunge con l’inserimento di alcune linee vocali. Un percorso, quello degli Adam Carpet, da seguire ma con attenzione per evitare di smarrirsi.
Autore: Adam Carpet | Titolo Album: Adam Carpet |
Anno: 2014 | Casa Discografica: Rude Records |
Genere musicale: Post-Rock, Elettronica, Sperimentazione | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.adamcarpet.com |
Membri band:
Diego Galeri Alessandro Deidda Edoardo “Double t” Barbosa Giovanni Calella Silvia Ottanà |
Tracklist:
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