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04th Mar2015

Judas Priest – Redeemer Of Souls

by Marcello Zinno

Judas Priest - Redeemer Of SoulsLa vita è piena di beffe, questo si sa, solo che nessuno si aspetterebbe di essere preso in giro dai propri paladini. Dopo aver scritto letteralmente la storia dell’heavy metal (secondo alcuni sono la band che ha realmente inventato questo genere musicale) e dopo 42 anni di attività musicale, nel 2011 la band annunciò il tour d’addio chiamato Epitaph Tour, un lotto di 120 date di cui 63 in Europa e 48 in America. Rob Halford dichiarò: “I think it’s time, you know. We’re not the first band to say farewell, it’s just the way everyone comes to at some point and we’re gonna say a few more things early next year, so I think the main thing that we just want to ask everybody to consider is don’t be sad about this, start celebrating and rejoicing over all the great things we’ve done in Judas Priest“. Ora, è innegabile che l’uso di quel termine “epitaph” e di dichiarazioni della band così esplicite avevano infranto i cuori di migliaia di fan, oltre che aiutare la vendita di biglietti…chi mai avrebbe potuto dire “Io ho visto i Judas Priest con Rob Halford dal vivo!” se li avesse persi anche nel loro tour d’addio? Ebbene, ecco giungere nel 2014 un bel dietrofront della band con addirittura la dichiarazione di un nuovo album dal titolo Redeemer Of Souls. Il contesto in cui pubblico e critica si trovavano all’uscita di questo album non era per queste ragioni dei migliori e ciò condiziona inequivocabilmente il giudizio su questo lavoro; nonostante bisognerebbe considerare solo l’aspetto musicale, la sfiducia nei confronti di un gesto come questo (commerciale?!) non può essere ignorata.

Era stato anticipato come un album ispirato al loro passato, a capolavori come Defenders Of The Faith. In realtà ascoltandolo è chiaro che di quell’epoca ha in comune brani più lenti che puntano meno sulla velocità e sulla violenza sonora (come la band fece invece in Painkiller) e più su refrain e metallo da defender. Questo non è del tutto un punto di forza, se avessero spinto sull’acceleratore forse Redeemer Of Souls sarebbe suonato più intransigente e il poco mordente che si trova nella titletrack dimostra questa tesi. Ma brani interessanti ci sono: la vena epica dei Judas è il vero asso nella manica dell’ultima generazione della band (dal ritorno di Halford al microfono) e se ci era stato dimostrato nel 2011 con la pubblicazione del doppio concept album dedicato alla figura di Nostradamus, ora ci viene spiattellato con orgoglio dalla bellissima Halls Of Valhalla. Si tratta di un brano in cui la prestazione vocale di Halford va per una volta in secondo piano (ad eccezione di un acuto a fine ritornello), quello che conta è la sua interpretazione e il pathos che riesce a conferire al brano, rafforzato da due chitarre che come cemento costruiscono un muro invalicabile, quasi come una fortezza inespugnabile.

Le due asce di Glenn Tipton e del giovane Richie Faulkner (sostituto del defezionario e storico K. K. Downing) restano comunque al centro della scena: la bellezza di pezzi come Sword Of Damocles o Metalizer (quest’ultima puro thrash) è tutta merito loro. Altri momenti risultano deboli come March Of The Damned, il cui ritornello starebbe bene in un brano degli Stereophonics, la fiacca Cold Blooded contaminata da un effetto flanger lontana dal trademark della band o l’innoqua e stoppata Secrets Of The Dead. Infine ci sono anche brani potenti come impatto, seppur lenti come tempi ritmici, che si fanno ascoltare con piacere senza gridare al miracolo: parliamo di Down In Flames (bella la parte strumentale), Hell & Back, la blueseggiante Crossfire o la graffiante seppur troppo scontata Battle Cry.

Quindi nel complesso Redeemer Of Souls non ha tradito la vecchia guarda ma non l’ha nemmeno accontentata essendo privo di tracce che meritano di essere ricordate in un loro potenziale “greatest hits”. Risulta sicuramente più adatto a chi è legato alle produzioni più epiche e pompose della band, meno per chi li ricorda per l’heavy affilato e agguerrito dei tempi d’oro. Questo il nostro giudizio, senza se e senza ripensamenti.

Autore: Judas Priest Titolo Album: Redeemer Of Souls
Anno: 2014 Casa Discografica: Epic Records, Columbia
Genere musicale: Heavy Metal Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.judaspriest.com
Membri band:

Rob Halford – voce

Glenn Tipton – chitarra

Richie Faulkner – chitarra

Ian Hill – basso

Scott Travis – batteria

Tracklist:

  1. Dragonaut

  2. Redeemer Of Souls

  3. Halls Of Valhalla

  4. Sword Of Damocles

  5. March Of The Damned

  6. Down In Flames

  7. Hell & Back

  8. Cold Blooded

  9. Metalizer

  10. Crossfire

  11. Secrets Of The Dead

  12. Battle Cry

  13. Beginning Of The End

Category : Recensioni
Tags : Judas Priest
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