Intervista ai Foredawn
Siamo al Rock’n’Roll di Rho (MI) e a poche ore dal loro concerto abbiamo incontrato i Foredawn, alternative metal band lombarda che da poco ha pubblicato il debut album omonimo. Ai nostri microfoni si sono presentati la cantante Irene Franco e il chitarrista Riccardo Picchi, che hanno risposto così alle nostre domande.
R.G.: Ciao e benvenuti su RockGarage! Direi di iniziare con le presentazioni.
F.: Ciao e grazie! Noi siamo i Foredawn, ci siamo formati lo scorso anno, anche se io (Irene ndr), Riccardo e Mattia (chitarrista ndr) suonavamo assieme precedentemente in un altro progetto, oltre a conoscerci da circa 4 anni. In seguito si è aggiunto mio fratello Ivan (batterista ndr), e così, con questa formazione, sono nati i Foredawn.
R.G.: Formazione che ha portato anche alla realizzazione di un disco, volete parlarcene?
F.: Certo! Sì è nato un disco omonimo, che stiamo promuovendo con tanto orgoglio. Una domanda alla quale ci risulta sempre difficile rispondere è quella legata al genere che proponiamo: se vogliamo proprio definirci in un solo genere diciamo che siamo una band alternative metal, ma con svariate influenze.
R.G.: Come è avvenuto il processo di realizzazione di questo disco?
F.: Innanzitutto i testi li scrivo io, mentre riguardo la parte musicale/strumentale sono Mattia e Riccardo ad occuparsene. Per questo album abbiamo lavorato dando la precedenza alla parte musicale, sulla struttura in generale, successivamente ho lavorato io alle linee vocali e ai testi.
R.G.: Ed i testi si possono definire autobiografici?
F.: Diciamo che più che autobiografici, parlano delle nostre esperienze. Quando scrivo parlo sì di me, ma cercando sempre di prendere spunto anche da fattori esterni, che possono essere, ad esempio, una frase che mi ha particolarmente colpito tratta da un libro. Un altro esempio che posso farti riguarda la nostra canzone Signs, la cui ispirazione viene da una galleria fotografica che mi colpì molto, in particolare le foto di una ragazza vittima di anoressia sfociata poi in autolesionismo.
R.G.: Prima accennavate alle tante influenze che caratterizzano il vostro sound, fateci magari qualche esempio.
F.: Io ti dico il pop, ma non quello italiano, sono principalmente attratta dal pop americano, Lady Gaga ad esempio, alla fine le mie linee vocali sono molto pop! Per riguarda me (Riccardo ndr) ho iniziato a suonare ascoltando molto metal anni 80, mentre Mattia è più sul rock inglese dei 70’s.
R.G.: Ecco allora come nasce la cover di You Spin Me Round dei Dear Or Alive, insolita per un gruppo giovane come il vostro.
F.: Quella è stata un’idea di Mattia, ce l’ha proposto perché ce l’aveva in mente da tempo e così è nata.
R.G.: Prima avete detto che siete in fase di promozione del disco, come sta andando innanzitutto, e in particolare a livello organizzativo come vi state trovando?
F.: Noi al momento stiamo lavorando con l’agenzia Jack Music Agency e con loro cerchiamo di promuovere al meglio il disco oltre che noi stessi, quindi, attraverso anche l’ufficio stampa che ci segue, ci piace rilasciare interviste che riteniamo un ottimo strumento per promuoverci, ma l’obiettivo principale rimane sempre quello di suonare live il più possibile. C’è stato il nostro release party al Legend Club di Milano lo scorso 24 marzo che è andato davvero alla grande, stasera siamo qui e per le prossime date non dovete far altro che consultare i nostri canali social.
R.G.: Qual è stata la difficoltà maggior che avete riscontrato tra il concepimento dei brani e la pubblicazione del disco?
F.: (risponde Mattia ndr) I nostri brani nascono diverso tempo fa e la difficoltà maggiore credo sia stata quella di farli assimilare ai componenti passati della band, fino a quelli attuali, è stato un percorso inizialmente difficile trattandosi anche, per alcuni, di 5-6 anni fa.
R.G.: E c’è stato un momento in cui avete pensato di non farcela e di mollare tutto?
F.: Sì ad un certo punto arrivi a quel bivio dove o molli o ti rimbocchi le maniche e vai avanti; noi abbiamo optato per la seconda e siamo totalmente soddisfatti, oltre che felici!
R.G.: Con voi ha suonato al basso anche Gabriel dei Destrage, ma attualmente siete alla ricerca di un bassista?
F.: Sì siamo in cerca di un bassista, è molto difficile però trovare un componente che possa dedicarsi al 100% ai Foredawn come stiamo facendo noi, ad ogni modo lo stiamo cercando, magari capita che un bassista legge quest’intervista e ci contatta…chissà!
R.G.: Un ultima domanda per Irene, da donna in un ambiente prevalentemente maschile, pensi che si possa parlare ancora di maschilismo oggi in questo ambito?
F.: Il maschilismo c’è, ma purtroppo, e lo dico da donna, spesso sono le stesse donne ad alimentarlo; perché tante volte si perde di vista quella che è l’aspetto primario cioè la musica per concentrarsi su tutt’altro, che può essere l’immagine, fattore che va per la maggiore soprattutto sui social network, che, con il loro impatto mettono in secondo piano la musica. Per questo io invito sempre tutti ad andare ai live, alzare il culo dal divano e andare nei locali. L’underground è ricco di artisti di ogni genere, ce ne sono centinaia!
R.G.: L’invito che hai appena fatto lo supportiamo totalmente, grazie dell’intervista e buon concerto!
F.: Grazie a voi e a RockGarage!