Hillstomp – Darker The Night
Oregon, Portland è il luogo dove Henry Hill Kammerer, voce e chitarra, assieme a John “Lord Buckets” Johnson, percussioni e batteria, formano gli Hillstomp. Località che influenza la necessità di esprimere al meglio le nuove esperienze stilistiche del New Modern Country o punk blues. Quarta uscita nel 2010, Darker The Night, è un lavoro prettamente diretto e ben studiato in ambito sonoro e soprattutto vuole esprimere l’energia che solitamente il duo trasmette dal vivo. Infatti quest’album è stato registrato in luoghi o ritrovi in una condizione di registrazioni dirette e senza volontà di correzione. Le ambientazioni sono importanti in quanto la tendenza del suono è la caratteristica di questa importante band. Si può dire che la ruvidità e la rozzezza siano proprio gli elementi che emergono dalle loro sonorità. In questo album gli Hillstomp hanno cercato di catturare queste particolari sensazioni per poterle poi esprimere attraverso le loro performance. L’ascolto complessivo di questo ottimo album, mi spinge inevitabilmente ad immedesimarmi attraverso la visione, in particolari ambientazioni che la musica stessa mi accompagna. In questo caso le due sensazioni descritte in precedenza mi indicano appunto un ambiente grezzo o meglio caotico, tra tavole, attrezzi e cianfrusaglie varie. Un vero e proprio casolare ampio e sporco, dove appunto i paesani si ritrovano per passare una serata insolita e certamente poco formale. Naturalmente le casse di birra che ognuno di loro porta è l’unica struttura ordinata, che invita ad un desiderio di libero sfogo alle proprie necessità di svago.
Hammer Ring parte subito a cento, il ritmo percussivo è la sola strumentazione dominante. Naturalmente vorremo ricordare che il set di percussioni di “Lord Buckets” è composto di soli bidoni e una grancassa, piatti ed oggetti metallici, legni ed altro. La voce di Hill è ovattata come sempre, o meglio il microfono è compresso da nastro adesivo e nello stesso momento filtrato, in questo modo ottiene un effetto di voce graffiata o “megafonata”. Già tutto l’insieme esprime l’energia che il duo offre nei live e “tribalmente” ti introduce in Banjo Song. Il ritmo scandisce il tempo ed il banjo gioca attraverso i due movimenti. Le note ritmano ed impongono la natura del traditional e del country. Cardiac Arrest In D, il titolo anticipa il significato, tutto è aritmia. Lo slide è duro, il punk blues qui si esprime al massimo livello, la voce è citofonata. Jumper On The Line è un classico di R.L. Burnside. Duro e cupo, un blues che ha lo sguardo rivolto a Chigago. Nessuno nella baracca degli Hillstomp è assente, è impossibile non battere il tempo ed il profumo alcolico evapora lungo tutto l’ambiente. Cold Dark Woods ha il sapore del bluegrass, la nostalgia cattura più gli anziani che inevitabilmente dettano il tempo.
Crawdad Hole è una ballata blues dal sapore country, un traditional di Jessie Mae Hemphill. Il suono è melanconico e nostalgico, come tutte le ballate, ed esprime il calore della natura. Blue Tick dà il sapore del bluegrass ed il banjo di Hill ti trasporta inevitabilmente indietro nei tempi. Darker The Night è country puro, anche la voce di Henry è chiara e pulita, ha proprio quella tendenza e le percussioni ticchettano giocando in un ritmo positivo ed allegro sino alla velocità accompagnata da un coro e dallo slide. Le voci femminili coinvolgono e ti ricordano quelle situazioni tipiche nelle messe o funzioni religiose. Little Angel Child è il banjo che fa da padrone. Un traditional del Delta, di Mississippi Fred McDowell, ricorda che l’origine di tutto nasce proprio in questi classici. Up Here è un gioiello dal punto di vista compositivo. Profondo, è un rock blues raffinato, la voce è vellutata ed ha il sapore anni settanta. S.I.R. ha l’adrenalina sul corpo, questo è vero punk blues, con l’aggiunta di un basso e lo slide scivola creando corpo al pezzo dal sapore rockabilly. Old Plank Road è un altro traditional vero e proprio bluegrass. Un incontro tra gli Hilstomp e Uncle Dave Macon.
Banjo Song#2 è un rifacimento del secondo pezzo in versione più bluegrass. You Got To Move, l’album termina con un traditional blues, sempre di Mississippi Fred McDowell. Un gran pezzo vero Delta blues, la voce femminile segue lo slide di Hill e si fonde in questo lamento prezioso. L’armonica offre il frutto di questo meraviglioso momento e ne completa l’assieme. Un segno nostalgico che purtroppo ti lascia con il desiderio di continuare in questa mia visione sonora. Anche questo quarto album degli Hillstomp colpisce nel cuore. Credo che il loro intento sia stato di accompagnarti piano piano in una visione del traditional, attraverso la spensieratezza della libera interpretazione tra diverse generazioni. La voglia di ricominciare a valutare l’essenza della musica attraverso la propria natura e cultura ed in questo caso, hanno veramente centrato in pieno. Il nostro consueto spazio alla grafica. L’illustrazione è pienamente monocroma, tecnicamente è un insieme di un fondo acquarellato e grafia, quasi incisa o chinata. Pone due diverse immagini comuni, ma opposte in ambito simbolico. Un’aquila avvolta da una sorte di spirito contorto e spinoso di un avvoltoio. Una sintesi della natura desertica o impervia, tipica della cultura nativa. Una illustrazione, che dà la sensazione di essere catturata da qualche diario esplorativo o di ricordi, probabile che proprio in questo album l’anima volatile della “tradizione” si incontra con la realtà del presente.
Autore: Hillstomp |
Titolo Album: Darker The Night |
Anno: 2010 |
Casa Discografica: In Music We Trust |
Genere musicale: Punk Blues |
Voto: 7 |
Tipo: CD |
Sito web: http://www.hillstomp.com |
Membri band: Henry Hill Kammerer – voce, chitarra, banjo John “Lord Buckets” Johnson – batteria, percussioni |
Tracklist:
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