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21st Lug2020

Come As You Are: la mostra fotografica

by Massimo Canorro
“Vieni, così come sei, come eri, come voglio che tu sia”. Secondo singolo estratto da Nevermind (1991), album simbolo dei Nirvana, il brano Come As You Are dà il titolo all’omonima mostra fotografica in corso, allestita nella cornice di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze, prorogata al 18 ottobre. “A ventisei anni dalla morte di Kurt Cobain, il mito dei Nirvana non tende a svanire e continua ad avere una forza comunicativa ed espressiva che riesce a far breccia nelle più giovani generazioni, facendo palpitare il cuore a chi ha vissuto negli anni Novanta la loro saga”, riporta il comunicato. Già, il 15 aprile 1994 se ne andò suicida il frontman – cantautore e chitarrista – della band riferimento della scena grunge, che aveva nella città di Seattle (dove Cobain morì) il suo epicentro. Definito dalla rivista Rolling Stone “il miglior artista degli anni novanta” Kurt Donald Cobain – divenuto una vera e propria icona per due generazioni di giovani – viene omaggiato oggi (e con lui l’incredibile sezione ritmica formata da Dave Grohl, attuale leader dei Foo Fighters, e Krist Novoselic) attraverso l’esposizione Peterson-Lavine. Come As You Are: Kurt Cobain and the Grunge Revolution, a cura di Ono arte contemporanea, organizzata e promossa da Oeo Firenze Art e Le Nozze di Figaro. Il visitatore ha l’opportunità di osservare oltre 80 scatti (catalogo disponibile anche a questa pagina), tra i quali alcuni inediti, per ripercorrere sia la storia della scena musicale grunge – l’ultima, tangibile rivoluzione del rock – sia quella del suo eroe maledetto Cobain, emblema della controcultura a stelle e strisce di un trentennio fa, tra la guerra fredda che volgeva al capolinea (1947-1991) e l’inganno della new economy (1990).

Accompagnata da uno splendido catalogo (96 pagine, formato 21×26 cm, 20€) edito da Oeo Firenze, la mostra è suddivisa in due sezioni: da un lato emergono, prorompenti, le immagini di Charles Peterson, classe 1964, fotografo ufficiale della Sub Pop Records, sulla nascita dei Nirvana, i live e il movimento grunge di Seattle; dall’altro le foto di Michael Lavine, nato nel 1963, noto fotografo pubblicitario, tratte da servizi posati e immagini per riviste. Professionisti di fama internazionale accomunati dalla voglia, resa poi in concreto, di mostrare come i fan dei Nirvana siano stati parte integrante dell’intera rivoluzione musicale (grunge revolution). Questo vale tanto per Peterson – capace di volgere l’obiettivo dalla parte opposta del palco e di immortalare un’intera generazione di fan che restano tutt’oggi, nell’immaginario collettivo, estensione di quella che è l’ultima rivoluzione avvenuta all’interno della cultura pop – tanto per Lavine, abile nel far immergere il visitatore, senza distinzione alcuna, nella fascinazione di quelle giornate indimenticabili. Così, mentre Peterson scatta suggestive fotografie in bianco e nero, contraddistinte dall’uso di flash potenti capaci di squarciare il buio dei club (isolando, al contempo, i soggetti in maniera iconica), Lavine porta avanti uno stile caratterizzato dall’utilizzo di colori saturi, nonché da un’illuminazione tanto dinamica quanto estrema. E ancora, da linee nette e definite e dalla accuratezza delle composizioni grafiche.

Due fotografi differenti ma uguali nel considerare fondamentali non solo i musicisti – nel dettaglio i Nirvana lo sono stati eccome – ma anche il pubblico del grunge. “Le parole non sono importanti come l’energia che viene dalla musica, soprattutto se dal vivo. La musica è energia. Una sensazione, un’atmosfera. Sentimento”, ammise Cobain. La mostra e il catalogo d’arte a corredo racchiudono il tutto.

Category : Articoli
Tags : Grunge
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