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25th Nov2014

Derdian – Human Reset

by Marcello Zinno

Derdian - Human ResetCi sono band che cambiano pelle, come i Derdian, band che aveva iniziato ormai più di dieci anni fa con sonorità ben più estreme. Ci sono allo stesso tempo band, sempre come i Derdian, che credono nella propria musica tanto da proporre un genere che per la stampa ormai è passato di moda, nonostante trovi ancora oggi molti seguaci. Parliamo delle lande del power epic metal tanto caro a band come Rhapsody Of Fire o Thy Majestie tanto per restare a casa nostra e che fanno del riffing veloce, della batteria ai limiti con lo speed (chi ha pensato ai Dragonforce?!) e delle tastiere barocche gli anelli più forti che reggono l’intera catena di metallo. Noi lo diciamo con grande sincerità: è vero che questo genere non è per tutti i musicisti perché richiede una preparazione tecnica e un allenamento non nella media, però si tratta pur sempre di un sound in cui è stato detto e stradetto tantissimo. Nemmeno i grandi Blind Guardian riescono a tenere alta l’attenzione dei propri fan negli ultimi anni e noi crediamo che l’unico fattore che possa riportare in auge il genere sia l’inserimento di sperimentazioni che diano linfa nuova, evitando il rischio di sentire le solite soluzioni trite e ritrite da decenni. Questa è la radiografia di Human Reset, ultimo lavoro dei Derdian, un album sicuramente molto ben realizzato (anche se la produzione potrebbe essere migliorata), composto da un’ora di power potente con delle tastiere ben presenti ma che poco aggiunge alla scena.

Così sono pochi i momenti in cui si raccoglie fuori dal seminato come nell’interessante Mafia, brano che parte con una verve particolare e che nel corso dei suoi quasi 7 minuti presenta passaggi diversi in grado di tenere alta l’attenzione, con anche degli inserti pseudo prog. Altri insegnamenti prog giungono con Gods Don’t Give A Damn che mette mano al caricatore e punta il mirino verso qualcosa di positivo; idem per Alone, brano tirato e che grazie ad alcuni stacchi tra metal e prog non fa di certo annoiare. Dall’altra parte della bilancia troviamo These Rails Will Bleed che fa troppo l’eco ai Rhapsody Of Fire, e una simpatica Write You Epitaph, più digeribile data la sua durata, ma anch’essa che non stupisce più di tanto. La nostra bilancia immaginaria che prende il nome di Human Reset resta solo in equilibrio grazie alla buona caratura tecnica della band, altrimenti i brani di spicco non ce l’avrebbero fatta a tirare i suoi piatti verso l’alto.

Autore: Derdian Titolo Album: Human Reset
Anno: 2014 Casa Discografica: Valery Records
Genere musicale: Power Epic Metal Voto: 6
Tipo: CD Sito web: http://www.derdian.com
Membri band:

Enrico Pistolese – chitarra, voce

Marco Garau – tastiere

Ivan Giannini – voce

Dario Radaelli – chitarra

Salvatore Giordano – batteria

Marco Banfi – basso

Tracklist:

  1. Eclipse

  2. Human Reset

  3. In Everything

  4. Mafia

  5. These Rails Will Bleed

  6. Absolute Power

  7. Write You Epitaph

  8. Music Is Life

  9. Gods Don’t Give A Damn

  10. After The Storm

  11. Alone

  12. Delirium

  13. My Life Back

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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17th Set2014

LionSoul – Omega

by Marcello Zinno

LionSoul - OmegaE’ incredibile come una band formata da una manciata di anni possa prendere a sberle formazioni con nomi ingombranti e cresciute nelle terre dove il proprio genere musicale è mito. Stiamo parlando di power metal, quello epico, quello disegnato per ogni defender che abita il nostro pianeta. Ci troviamo però in Italia, luogo in cui il power metal non vive un certo favore, a livello compositivo più che in termini di seguito. Scoprire i LionSoul ci riempie di soddisfazione: un sestetto con un sound graffiante e una tecnica da vendere aiutati da una produzione che valorizza davvero il riffing e li lancia nell’olimpo (per citare alcuni richiami dell’antica Grecia dell’album) del power metal mondiale. Heavenly Ride fa partire l’album già in terza marcia presentando quella che è la vena più speed della band: in questo brano ci ricordano qualcosa dei Dragonforce ma l’essenza dei LionSoul è troppo epica per essere solo velocità. In Shadow Of The Black Horse si sentono tante influenze targate Helloween ma il loro sound è ancora più duro tanto che in alcuni tratti saccheggia l’epicità e la ritmica che i Blind Guardian hanno sfoggiato (nel remoto passato). Il desiderio di correre è troppo forte e in alcuni momenti si sfiora un thrash compatto (come in Liar, brano di cui si segnala il prezioso assolo) sempre preciso e ben modulato come il lavoro delle due voci.

Tiger Of Gaugamela è un pezzo strategico: piazzato a metà tracklist, rallenta il ritmo e indurisce il suono facendo pensare ad una nuova partenza, tanto che quando inizia The Prescient la ferocia è inaudita e la marcia diviene infernale insieme ad Atlantis, entrambi momenti che sfidano i Gamma Ray sia in songwriting che in dose massiccia di metallo stridente. L’album si chiude con la lunga titletrack che tra riff serrati e un intermezzo orientaleggiante raggiunge i dieci minuti e fa calare il sipario sull’opera. Omega è un album compatto, discograficamente interessante e che mette in risalto le doti di una band davvero preparata e con le idee molto chiare. Chi si definisce un appassionato del genere non può ignorare i LionSoul.

Autore: LionSoul Titolo Album: Omega
Anno: 2013 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Power Epic Metal, Speed Voto: 8
Tipo: CD Sito web: http://www.lionsoul.it
Membri band:

Ivan Castelli – voce

Roberto Poli – basso

Giuliano Canu – tastiere

Luca Secomandi – batteria

Mattia Belloli – chitarra, voce

Aurelio Parise – chitarra

Tracklist:

  1. Apo Mechanes Theos

  2. Heavenly Ride

  3. A New Horizon

  4. Liar

  5. Shadow Of The Black Horse

  6. Tiger Of Gaugamela

  7. The Prescient

  8. Atlantis

  9. Rage Of The Waters

  10. Delirious Mind

  11. Prelude To An End

  12. Omega

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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23rd Ago2014

Shaaman – Reason

by Marcello Zinno

Shaaman - ReasonIn occasione dell’uscita di Reason gli Shaman cambiano il loro moniker in Shaaman con la doppia “a” a causa di problemi legali relativi all’omonimia con il gruppo musicale folk metal finlandese Shaman (poi mutato in Korpiklaani), ma che vedono sempre al loro timone il grande Andre Matos, famoso ex-singer degli Angra. Il progetto/band vede nella formazione Luis Mariutti e Ricardo Confessori, anche loro vecchie conoscenze degli Angra, quindi la premessa è d’obbligo. Reason si presenta in una veste molto melodica, soprattutto se confrontato con il suo predecessore Ritual e con le proposte storiche del gruppo di origine, con un’attenzione precisa rivolta agli arrangiamenti, piano/keyboards in primis suonati sempre dall’onnipresente Matos.

L’opener è potentissima, degna di un grande album in pieno stile heavy con l’approccio alla Savatage e subito mette in chiaro il messaggio che vogliono comunicare gli Shaaman: far breccia nel cuore dei fan, evitare passi falsi che risultino inosservati. C’è lo spazio per una cover dei Sisters Of Mercy, More, ben suonata ed attualizzata al sound Shaaman. Di qui le atmosfere non cambiano: la classica canzone lenta, che esprime insieme potenza e malinconia, è Innocence, affascinante, con un assolo molto ruffiano ma tremendamente coinvolgente. Si scorre così per una parentesi diversa, di quelle con la musicalità che dà la carica con un power molto in stile fine anni ’90, sound sicuramente impattante, ma che paradossalmente non stravolge l’imprinting del lavoro. Secondo la stessa ottica scorrono In The Night e Rought Stone, quest’ultima più lenta, intimamente romantica e consolante verso un dolore che non riesce ad emergere fino a quando l’assolo non riesce a dir la sua.

Una piccola visione angelica la si ha con Iron Soul, track tiratissima, trascinante prima, strisciante poi, e che catapulta i quattro irriverenti musicisti nel nuovo millennio consacrando il cambiamento in atto nei gusti degli stessi, a volte abbastanza banale altre emozionalmente apprezzabile. Anche se Iron Soul riprende qualcosa dei pezzi che lo hanno preceduto, spicca e ciò non può farci che piacere. Diverso è il discorso per Born To Be, vera rivelazione dell’album: Confessori finalmente fa sentire la confidenza che ha dietro le pelli, le chitarre vanno alla grande, fuse e combinate in modo impeccabile, Matos è rodato come non mai, emoziona stupendamente. I riff che fanno da contorno al brano risultano egregiamente curati ed i balzi tra tempi sparati a mille e parti di piano coinvolgenti, sconquassano chi si trova di fronte a tale spettacolo di suoni. Il tutto concentrato in pochi minuti.

Così si chiude un album molto compatto, che esprime i suoi intenti in modo chiaro dal primo minuto fino all’ultimo, che piacciano o no. A nostro parere risulta un’uscita senza dubbio interessante, ma limitata agli appassionati del heavy metal tirato nonché di un power duro, secco e diretto. Per tutti gli altri il rischio della banalità è dietro l’angolo.

Autore: Shaaman Titolo Album: Reason
Anno: 2005 Casa Discografica: AFM
Genere musicale: Power Metal Voto:6
Tipo: CD Sito web: http://www.shamanonline.com.br
Membri band:

Andre Matos – voce, tastiere

Luis Mariutti – basso

Hugo Mariutti – chitarra, tastiere

Ricardo Confessori – batteria

Tracklist:

  1. Turn Away

  2. Reason

  3. More

  4. Innocence

  5. Scarred Forever

  6. In The Night

  7. Rough Stone

  8. Iron Soul

  9. Trail Of Tears

  10. Born To Be

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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21st Ago2014

Etherna – Forgotten Beholder

by Marcello Zinno

Etherna - Forgotten BeholderNel costante dualismo tra la scena power e quella progressive sorgono da decenni tantissime formazioni e legioni di fan. Se dalle nostre parti ascoltatori di queste sonorità non mancano di certo, negli ultimi anni si stanno decimando le band capaci di realizzare grandi album che fondessero tempi quasi dispari e chitarre forzatamente power. Proprio il power metal italico sta assumendo sempre più connotati epici o sinfonici e le tastiere stanno sostituendo i batteristi supertecnici in grado di dare una vera personalità ai brani. Per fortuna ci sono delle eccezioni che meritano di essere ascoltare: gli Etherna sono un validissimo quintetto in grado di tenere testa ai grandi nomi di livello internazionale grazie ad una ricetta se vogliamo semplice e non del tutto nuova ma suonata con grande passione e con un forte appeal. Forgotten Beholder è il nuovo lavoro che rispetto all’album di debutto presenta varie novità: nuova sezione ritmica e nuovo singer ad accompagnare la parte melodica rappresentata dai due fratelli Lucatti, nuovo logo della band e sound molto potente. I riferimenti ovviamente sono quelli che conosciamo, Dream Theater e DGM su tutti, che si presentano in maniera lampante in alcuni momenti (lampante Kill Me Now) pur risultando accostamenti che non annoiano anche chi si appresta all’ascolto di questo album per la prima volta. Gli Etherna hanno tanto da dire e le costruzioni sono ricche di elementi che tengono alta l’attenzione anche grazie ai cambi di atmosfera e ai notevoli stacchi.

Incredibile l’ispirazione del vocalist in A Dream In Infinite Space ma sono i momenti elettrici quelli che più stupiscono: la parte strumentale di Return From The Unknow Dimension (brano che nei suoi primi secondi sembrava una b-side di When Dream And Day Unite), così come quella di It’s Not A Goodbye oppure il riffing generale di Lady Of the Bridge e il songwriting d’assalto della titletrack. In generale si tratta davvero un buon prodotto, consigliamo alla band di creare composizioni con delle strutture ancora più particolari in modo da creare un proprio stile in una scena che a nostro parere ha ancora parecchio da offrire.

Autore: Etherna Titolo Album: Forgotten Beholder
Anno: 2014 Casa Discografica: Underground Symphony, Valery Records
Genere musicale: Power Metal, Prog Metal Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.etherna.net
Membri band:

Alessio Lucatti – tastiera

Alessandro Lucatti – chitarra

Andrea Racco – voce

Marco Serani – basso

Matteo Amoroso – batteria

Tracklist:

  1. The Sound Of Loneliness

  2. Thoughts

  3. Lady Of The Bridge

  4. Forgotten Beholder

  5. A Dream In Infinite Space

  6. Kill Me Now

  7. Revelations

  8. Death

  9. Night Flight

  10. Return From The Unknow Dimension

  11. It’s Not A Goodbye

  12. A Colour In The Rainbow

  13. Three Of Cups

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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02nd Lug2014

Gladenfold – From Dusk To Eternity

by Alberto Lerario

Gladenfold - From Dusk To EternityPrimo full length album del combo finlandese originario di Turku. Il tipico power melodic-death metal (se così vogliamo definirlo) che riecheggia spesso a quelle latitudini è quasi istantaneamente riconoscibile. In altre parole, una fusione di riff poderosi, combinati a voci maschili pulite e ringhianti, sei corde che vibrano sotto l’ombra di Malmsteen, il tutto fuso con elementi sinfonici (sintetici) che regalano quel giusto tocco di epicità. Fate Escape, il primo brano dopo l’intro, mostra una band che è tecnicamente eccellente e disciplinata dal punto di vista stilistico, anche se non brilla per originalità. Il singer Esko Itälä fa un buon uso dell’alternanza tra voce death metal e cori puliti, con questi ultimi che ricordano quelli del collega finlandese Tomi Joutsen degli Amorphis. Il songwriting è tuttavia incoerente. I Gladenfold abusano forse troppo dei cambiamenti di tempo all’interno della stessa canzone, utilizzati per supportare temi diversi. Sembra quasi che la band abbia accorpato le idee che man mano le venivano in mente. Eventuali asperità su questo album, però, sono più che compensate dall’ottimo lavoro della chitarra solista e dalla voce di Itälä, soprattutto durante le parti pulite. Le parti death metal anche se non diventano mai particolarmente eccitanti, sprigionano sempre una buona dose di energia.

È abbastanza chiaro che i Gladenfold stiano ancora trovando la propria strada (non troppo tempo fa stavano provando voci femminili per il gruppo e canzoni più lente e melodiche sul loro EP). From Dusk To Eternity è un primo LP di discreta fattura, piacevole da ascoltare che desterà di sicuro l’interesse degli appassionati del genere. Sarà piuttosto interessante vedere cosa hanno in serbo per la prossima volta.

Autore: Gladenfold Titolo Album: From Dusk To Eternity
Anno: 2014 Casa Discografica: Buil2Kill Records
Genere musicale: Symphonic Power Metal Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.myspace.com/gladenfold
Membri band:

Esko Itälä – chitarra, voce

Matias Knuuttila – chitarra

Lauri Itälä – batteria

Paavali Pouttu – tastiere

Timo Uuttu – basso

Tracklist:

  1. From Dusk…
  2. Fate Escape
  3. Game Of Shadows
  4. The Last Crossing
  5. Where Fires Burn Frozen
  6. Starforge
  7. Six Soldiers Stand
  8. The Final Embrace
  9. Bloodfeather
  10. Dementia
  11. …To Eternity
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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26th Giu2014

Perseus – The Mystic Hands Of Fate

by Rod

Perseus - The Mystic Hands Of FateSotto i nostri riflettori finiscono oggi i Perseus, band di casa nostra affiliata alle roventi scuderie dell’etichetta genovese Nadir Music capitanata da Tommy Talamanca e Trevor dei Sadist, grazie al quale hanno potuto dare alle stampe l’album di cui vi parleremo oggi, The Mystic Hands Of Fate. Dopo due interessanti produzioni demo, è proprio in questa prima raccolta di inediti a palesarsi in tutta la sua schietta potenza, il dna musicale della band pugliese, dimostrando radici sonore che affondano profonde nel power e nel prog, marcate influenze di band di alto rango come Iron Maiden, Judas Priest e Manowar, ed una spontanea propensione del combo nello stare in scia al solco tracciato da formazioni italiane di livello come Rhapsody Of Fire, Labyrinth e Kamelot. Le liriche delle tredici tracce proposte, sono tutte intrecciate tra loro da una sorta di racconto che vede il protagonista, un uomo d’affari, attraversare vari stadi dell’animo umano che lo porteranno al rifiuto degli agi e del benessere a favore di una vita meno arida e frivola, il tutto condito da elementi esoterici e filosofici che ne arricchiscono la trama, rendendo The Mystic Hands Of Fate un concept album dagli intricati ed attuali risvolti sociologici e pertanto più interessante per l’ascoltatore e meno stereotipato del solito cliché.

Si fa ahimè segnalare in negativo il cantato di Antonio Abate, apparso poco a suo agio alle prese sia con tonalità più spinte che nella padronanza della lingua inglese. Si può e si deve migliorare. Buono invece l’approccio del resto della band sia nelle situazioni decisamente più elaborate e tecniche che in quelle marcatamente melodiche e d’atmosfera. Vi giunga da parte nostra tutto l’incoraggiamento che serve per spingersi ancora più in alto ed assottigliare quei margini di miglioramento che questo lavoro ha palesato con forza ed in tutte le sue potenzialità.

Autore: Perseus Titolo Album: The Mystic Hands Of Fate
Anno: 2014 Casa Discografica: Nadir Music
Genere musicale: Power Metal Voto: 6
Tipo: CD Sito web: http://www.perseuspowermetalband.com
Membri band:

Antonio Abate – voce

Christian Guzzo – chitarra

Gabriele Pinto – chitarra

Alex Anelli – basso

Feliciano Lamarina – batteria

Tracklist:

  1. Sons Of Kronos (Intro)
  2. Over The Horizon
  3. Memories
  4. Bad Illusion
  5. I’m Your Flame
  6. Icarus Creed
  7. Devil In Disguise
  8. Dark Side O’Mine
  9. The Island
  10. I’ll Be Alone
  11. The Tears Of Saturnus
  12. My Wicked Love To Rest
  13. Outro (The Reason Why)
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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26th Mag2014

Riccardo Scaramelli – Thunderproject Vol. I

by Cristian Danzo

Riccardo Scaramelli - Thunderproject Vol. IUn packaging che rimanda al fantasy. E subito vengono in mente Il Signore Degli Anelli e Avantasia. Come si dice, però, l’abito non fa il monaco. Thunderproject Vol. I è il progetto solista di esordio di Riccardo Scaramelli, chitarrista, cantante e polistrumentista proveniente dalla band Bluerose. Un progetto che è del tutto particolare. Innanzitutto, Riccardo in questo album oltre che occuparsi interamente della sua realizzazione musicale, ha registrato e mixato in totale solitudine Thunderproject Vol. I. Inoltre, la release esce per la casa discografica appena fondata dal nostro. Insomma è tutto interamente farina del suo sacco. Inoltre c’è da dire che l’album è il primo volume di un concept a cui è allegato un libro scritto da Marialisa Bandi che verte proprio sulla storia narrata dai testi e dalle musiche di Riccardo. Un compenetrarsi di diverse forme d’arte, un nuovo tipo di esplorazione nel mondo musicale italiano. Diciamo subito che Thunderproject Vol. I viste le caratteristiche elencate sopra, stupisce alla grande. E positivamente. È un album prodotto benissimo, con un packaging di tutto rispetto ed ottimo livello in un’edizione limitata (a cui è allegato il libro) di pregevole fattura. Il contorno è già notevole di suo ma il piatto forte sta nella musica. E se vogliamo proseguire sulla via della metafora culinaria, anche la portata principale è gustosa e succulenta.

L’album è un’ottima prova di un duro power dalle molteplici sfaccettature. Lo stile di Riccardo parte da quella base per poi stravolgerla in ogni pezzo innestando hard rock, prog e rimandi evidenti alla musica anni ’80 (non solo metal), soprattutto nelle tastiere. Quest’ultimo rimando è evidentissimo in brani come The Thunder e Back To Paradise (quest’ultima è la commistione perfetta di tutto ciò riportato sopra, e vi assicuriamo che è una canzone notevolissima e da brividi). I pezzi aggressivi e prettamente dominati dal metal non mancano di certo: l’opener Revolution, Again, The Last Day, Lost In Dejà-Vu stanno lì a dimostrarlo. Mentre Change To Change strizza l’occhio ad un hard rock di marca ‘70s senza perdere in potenza, Bad In The City ci regala un intro che ci trasporta in un’altra dimensione per poi riportarci a terra con un potentissimo cadenzato heavy.

Thunderproject Vol. I nella sua limited edition vede la presenza anche di due bonus track, Wasted, remix di un pezzo dei Bluerose proveniente da Fallen From Heaven, e Through The Fire, release mai utilizzata sempre per il citato album dei Bluerose. Riccardo Scaramelli ha realizzato un’opera prima di cui andare orgogliosi. Se ne consiglia veramente l’ascolto. Come diceva il mitico Guido Angeli: “provare per credere”.

Autore: Riccardo Scaramelli Titolo Album: Thunderproject Vol. I
Anno: 2013 Casa Discografica: Indipendence
Genere musicale: Power Metal, Hard Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.thunderproject.net
Membri band:

Riccardo Scaramelli – voce, musica

 

Tracklist:

  1. Revolution
  2. Again
  3. Change To Change
  4. The Thunder
  5. Back To Paradise
  6. Destiny
  7. Bad In The City
  8. The Last Day
  9. Firewind
  10. Lost In Dejà-Vu
  11. The Land Of The Light
  12. Into The Light
  13. Wasted
  14. Through The Fire
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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15th Mag2014

Freedom Call – Beyond

by Alberto Lerario

Freedom Call - BeyondIl nuovo album dei Freedom Call è arrivato. Osservando la copertina si intuisce immediatamente il rimando a Keeper OF The Seven Keys I degli Helloween. D’altro canto il combo teutonico è sempre stato molto “Keeper-oriented”, per cui le aspettative verso questo disco erano quelle di una festa tranquilla. Beyond non delude. Con una durata complessiva di un po’ meno di un’ora, per un totale di 14 brani, le tracce sono in media inferiori a quello che i Freedom Call ci avevano abituati in passato, ma è un bene per la varietà in questo caso. La maggior parte delle canzoni vogliono dare un messaggio edificante e positivo, uno spensierato happy metal sostenuto dalla costante ricerca della melodia che possa alleggerire e divertire l’ascoltatore. Nessun esperimento o approccio progressive quindi, ma brani epici ed orecchiabili. Tra i 14 brani si distinguono Among The Shadows, per il suo approccio duro e spigoloso e Dance Off The Devil, per il suo groove davvero particolare che rimanda alle sonorità tribali africane, naturalmente potenziato con una buona dose di metallo. All’interno dell’album non mancano i richiami alla musica celtica, qui riproposta con l’ottimo irish metal apprezzabile in Come On Home e Beyond Eternity.

Il resto dell’album offre tutte le altre caratteristiche distintive a cui i Freedom Call ci hanno abituato in questi anni: gloriose linee di basso, tastiere orecchiabili e molto passionali su cui il singer Chris Bay può fare e disfare a suo piacimento tutte le note che vuole. Una traccia esemplificativa di questa festa happy metal potrebbe essere Knights Of Taragon, in cui ritmo, trombe, chitarre e ritornello virale contribuiscono a catturare l’ascoltatore in un vortice di energitico buon umore. Restituiti alle loro radici i Freedom Call sono riusciti a creare un suono cristallino e coinvolgente. Il pregio di Beyond è quello di scorrere in fretta, tanto da volerlo riascoltare in loop senza sosta. Gli appassionati di power metal dovrebbero già iniziare l’headbanging andando ad acquistare il disco, per essere preparati una volta che inevitabilmente saranno colpiti dalla carica dei Freedom Call.

Autore: Freedom Call Titolo Album: Beyond
Anno: 2014 Casa Discografica: Spv/Steamhammer
Genere musicale: Power Metal Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.freedom-call.net
Membri band:

Chris Bay – voce, chitarra

Lars Rettkowitz – chitarra

Ilker Ersin – basso

Ramy Ali – batteria

Tracklist:

  1. Union Of The Strong
  2. Knights Of Taragon
  3. Heart Of A Warrior
  4. Come On Home
  5. Beyond
  6. Among The Shadows
  7. Edge Of The Ocean
  8. Journey Into Wonderland
  9. Rhytm Of Light
  10. Dance Off The Devil
  11. Paladin
  12. Follow Your Heart
  13. Colours Of Freedom
  14. Beyond Eternity
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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08th Mag2014

Sabaton – Heroes

by Matteo Iosio

Sabaton - HeroesCosa deve avere un album per soddisfare pienamente il fan-tipo dei Sabaton? Partendo con ordine: la sezione musicale deve trasudare atmosfere epiche ed a tratti drammatiche; i testi poi, dovranno trattare temi bellici inneggiando a gloriosi eroi del passato ed infine il tutto dovrà presentare riff di chitarra veloci e martellanti come raffiche di mitra. Possiamo tranquillamente affermare che i nostri vichinghi hanno svolto un eccellente lavoro anche in questo frangente, sì perché tutti questi elementi sono presenti in modo massiccio nel loro ultimo lavoro discografico intitolato Heroes. Il nome funge già da manifesto all’intera opera; le sonorità sono maestose e drammatiche nel medesimo istante, le chitarre si palesano subito austere e marziali, supportate da una batteria con ritmi serrati che immediatamente proiettano l’ascoltatore a marciare carico di tensione e rabbia verso il fronte di guerra. La possente voce di Joakim Brodén, come sempre, regge egregiamente la sezione vocale coadiuvato da possenti cori che accrescono il pathos sonoro dell’intero progetto in modo davvero mirabile. Il power metal dei Sabaton non presenta alcun elemento di innovazione, ma in fondo, è proprio per questo che la band ha riscosso sempre grande successo. Udire vie musicali sperimentali porterebbe a stravolgere l’essenza stessa di questo gruppo, conducendoli ad esplorare strade che, a ragion veduta, non vogliono in nessun modo intraprendere.

Impeccabile ed estremamente ben curata la fase di produzione e mixing affidata alle abili mani di Peter Tägtgren, già affermato leader di Hypocrisy e Pain che anche in questo frangente mostra la propria abilità come “regista” sonoro. I testi adottati sono incentrati sul tema bellico come da tradizione, ma da un’interessante chiacchierata con il Leader Joakim abbiamo appreso che il concept del progetto si focalizza sulla storia e le gesta di soldati comuni capaci talvolta di azioni spesso invisibili agli storici ma risultate poi “vitali” sul terreno di battaglia. Da segnalare le prime tre tracce del disco intitolate Nightwitches, No Bullets Fly e Smoking Snakes maestose e capaci di catturare l’attenzione dell’ascoltatore in maniera mirabile e totale. In definitiva possiamo dire di trovarci di fronte ad un prodotto eccellente che certamente non deluderà gli amanti del genere o coloro che, incuriositi, ci si avvicineranno per la prima volta.

Pur non presentando alcun elemento di innovazione o sperimentazione di sorta il prodotto risulta ottimamente congegnato e mai banale; invocate la benedizione di colui in cui credete e preparatevi a scendere in trincea!

Autore: Sabaton Titolo Album: Heroes
Anno: 2014 Casa Discografica: Nuclear Blast Records
Genere musicale: Power Metal Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.sabaton.net
Membri band:

Joakim Brodén – voce

Pär Sundström – basso

Chris Rörland – chitarra

Thobbe Englund – chitarra

Hannes Van Dahl – batteria

Tracklist:

  1. Night Witches
  2. No Bullets Fly
  3. Smoking Snakes
  4. Inmate 4859
  5. To Hell And Back
  6. The Ballad Of Bull
  7. Resist And Bite
  8. Soldier Of 3 Armies
  9. Far From The Fame
  10. Hearts Of Iron
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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25th Feb2014

Edenbridge – Shine

by Marcello Zinno

Edenbridge - ShineShine è il successore di Aphelion nella discografia degli epici Edenbridge. Non naturale successore per certi versi visto che lo stesso Lanvall, unica mente della band e compagno della sinuosa vocalist Sabine Edelsbacher, dichiara a proposito di questo lavoro di averlo partorito dopo una pausa necessaria per ricalibrare le forze. Infatti dal nuovo millennio in poi la band non aveva fatto altro che sfornare album e organizzare live anche oltre la propria nazione e serviva una pausa per fare il punto. Tale periodo, che comunque fu tutt’altro che lungo, portò alcune novità come quella di iniziare le registrazioni di Shine dalle parti chitarristiche e non dalla batteria (come era solito per la band) e a detta di Lanvall portò anche dei giovamenti in termini di sound. Ma è proprio vero? In realtà si tocca con mano una maggior attenzione per il songwriting delle sei corde, però i momenti epici (leggasi tastiere) sono ancora strabordanti e poco cambia nel risultato complessivo dell’opera. Move Along Home rappresenta quello che ci saremo aspettati dal nuovo corso degli Edenbridge, ovvero un power potente, sì epico ma non fantasy a tutti i costi né smielato, in grado quindi di essere orgogliosamente inserito nella scena metal. Al contrario momenti come Centennial Legend, What You Leave Behind (quest’ultima che ricorda molto da vicino Show Must Go On dei Queen), Elsewhere e la troppo romantica On Sacred Ground, si rifanno direttamente agli album precedenti della band. Nel mezzo si collocano momenti come Wild Chase o The Canterville Ghost che danno un colpo al power e uno all’epic, slacciando buone cavalcate ma anche passaggi pomposi “Stratovarius-like”, come accaduto in passato.

Un buon esercizio lo troviamo in And The Road Goes On con tutti gli ingredienti della band al servizio della canzone, anche se l’eccessiva lunghezza e la parte centrale strumentale (fatta debita eccezione per i solismi) non aiutano a tenere alta l’attenzione. Meglio ancora October Sky che, basata su un ritmo veloce e su chitarre più graffianti, ci coinvolge per tutto il suo corso e per una volta non relega la bella Sabine a vocalizzi ma ad una personalità ben più marcata. Per il resto poco da segnalare. Nella ristampa dell’album è presente anche un secondo CD con la riproposizione in versione strumentale di tutti i brani (abbastanza inutile) e due tracce live, Wild Chase e Move Along Home, pezzi che sicuramente hanno una buona resa on stage e che presentano elementi potenti ed interessanti, in grado di coinvolgere il pubblico e dimostrare il buon livello tecnico del quartetto. Shine quindi non fa altro che confermare il percorso imboccato dagli Edenbridge e nonostante qualche momento più tosto, resta comunque consigliato per un pubblico fortemente ancorato alle sonorità epic.

Autore: Edenbridge Titolo Album: Shine
Anno: 2004 (ristampa del 2013) Casa Discografica: Spv/Steamhammer
Genere musicale: Power Epic Metal Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.edenbridge.org
Membri band:

Sabine Edelsbacher – voce

Arne “Lanvall” Stockhammer – chitarra, paino e   tastiera

Roland Navratil – batteria

Andreas Eibler – chitarra

 

Special Guest:

Dennis Ward – voce

Astrid Stockhammer – violino

Tracklist:

Disc 1

  1. Shine
  2. Move Along Home
  3. Centennial Legend
  4. Wild Chase
  5. And The Road Goes On
  6. What You Leave Behind
  7. Elsewhere
  8. October Sky
  9. The Canterville Prophecy
  10. The Canterville Ghost
  11. On Sacred Ground
  12. Anthem
  13. Shine (single version)

Disc 2

  1. Shine
  2. Move Along Home
  3. Centennial Legend
  4. Wild Chase
  5. And The Road Goes On
  6. What You Leave Behind
  7. Elsewhere
  8. October Sky
  9. The Canterville Ghost
  10. On Sacred Ground
  11. Wild Chase (live)
  12. Move Along Home (live)
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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