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12th Dic2017

Force Majeure – The Rise Of Starlit Fires

by Marcello Zinno

Force Majeure - The Rise Of Starlit FiresArrivano al terzo capitolo discografico in 15 anni di lavoro i Force Majeure e ci presentano così le 8 nuove tracce di The Rise Of Starlit Fires. Un album sicuramente interessante per il panorama power metal europeo, che guarda alla tradizione del genere ma che non rappresenta solo una riedizione di quanto fatto da tantissime altre band. Di sicuro fin dalle prime tracce i Force Majeure ci ricordano molto gli Stratovarius, soprattutto nei momenti più epici in cui cori e pomposità predominano, lasciando spazio poi alle strofe musicalmente scarne in cui il ruolo di protagonista passa alle linee vocali, nell’attesa dell’esplosione del ritornello; è proprio nei ritornelli che esce fuori il carisma dei cinque ragazzi, passaggi questi che sono composti per entrare nei cuori degli defender di mezzo mondo. Apprezziamo però anche l’attitudine chitarristica dei finlandesi, un rifferama potente, affilato e ben valorizzato in termini produttivi da chi mastica power ad alti livelli. Un’altra caratteristica è il drumming di Jaakko Nylund, che in realtà ci suggerisce più terre care allo speed metal, un po’ come se fosse figlio della scuola Dragonforce, anche se la band viaggia su coordinate molto più prossime al power epic inteso in senso stretto.

Gemini Rising, Apocalyptic Hearts ma anche Subarctic Showdown spiegano bene le idee del combo e l’intenzione di irrompere tra i fan del power metal, tre tracce compatte, che scorrono in fretta ma che si lasciano ricordare con piacere. Ma a noi piacciono anche il bridge strumentale e un po’ thrashy di The Great Starfall nonché le influenze classic heavy metal (se vogliamo un po’ priestiane) di The Darkening, un brano questo che esce fuori dai canoni power e pone luce su un profilo più pesante dei Nostri che ci farebbe piacerebbe abbracciassero nel loro futuro. Ci sentiamo di citare anche Church Of Steam un pezzo composto ed epico come pochi, creato con grande sapienza musicale, senza strafare ma lasciando il segno. In pratica se amate il power epic metal di vecchio stampo ma con produzioni moderne degne di nota non potete lasciarvi sfuggire questo album.

Autore: Force Majeure

Titolo Album: The Rise Of Starlit Fires

Anno: 2017

Casa Discografica: Mighty Music

Genere musicale: Power Metal, Epic Metal

Voto: 7,25

Tipo: CD

Sito web: http://forcesite.net

Membri band:

Marcus Lång – voce

Tuomas Väänänen – basso

Eemeli Ojanen – chitarra

Jussi Reuhkala – chitarra

Jaakko Nylund – batteria, orchestra

Tracklist:

  1. Gemini Rising

  2. Apocalyptic Hearts

  3. Blessed By The Wolves

  4. The Great Starfall

  5. Church Of Steam

  6. Pantheon Of My Passion

  7. The Darkening

  8. Subarctic Showdown

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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06th Dic2017

Athlantis – Metalmorphosis

by Marcello Zinno

Athlantis - MetamorphosisTornano gli Athlantis, una sorta di supergruppo tutto italiano popolato da grandi musicisti del metal tricolore al servizio di un power metal quasi esclusivamente nostrano. Li avevamo affrontati già con Chapter IV di cui avevamo parlato a questa pagina, mentre proprio sul finire del 2017 pubblicano Metalmorphosis, un album particolare non solo per le varie special guest che vi compaiono ma anche per il fatto che questo lavoro giaceva in un cassetto da circa 10 anni e ora la band ha deciso di riregistrarlo e pubblicarlo. La produzione ci piace, davvero vicina ai suoni heavy metal, basta sentire pezzi come Battle Of Mind o come No Fear To Die per capire che il fattor comunque delle varie menti che hanno partorito questa release è proprio l’heavy metal, anche se l’impostazione vocale e del riffing nonché l’epicità che aleggia in background alle tracce è di sicura matrice power. Alessio Calandriello in particolare ha una voce molto acuta e che calza a pennello sul sound della band, senza nulla togliere a Roberto Tiranti che interpreta Tragedy, cover dei Bee Gees (ma lui è una garanzia). E a tal proposito compare anche Nightmare, un brano che ha delle partiture più intricate, seppur con tempi meno veloci, e che vede comparire il growling di Trevor dei Sadist che stacca rispetto alle linee vocali pulite principali: il risultato finale è un esperimento coraggioso e davvero apprezzato.

Wasted Love e Devil’s Temptation sono le classice power metal song dalla ritmica compatta, dal taglio affilato e dai ritornelli che restano impressi: una prova superata per musicisti che non hanno di certo bisogno di trovarsi sotto esame. All’estremo opposto Angel Of Desire, una ballad dall’impatto emotivo incredibile, una lezione per chi pensa che basta un arpeggio qualsiasi per scrivere una canzone strappalacrime. Più di tutti è l’incedere di Resurrection che vi convincerà a far vostro questo lavoro. Assoli sempre affilati quindi e drumming sugli scudi caratterizzano Metalmorphosis, un album che appagherà gli appassionati di power metal, soprattutto quelli che seguono il genere con un po’ di nostalgia.

Autore: Athlantis

Titolo Album: Metalmorphosis

Anno: 2017

Casa Discografica: Diamonds Prod

Genere musicale: Power Metal

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: https://athlantis.bandcamp.com

Membri band:

Steve Vawamas – basso, voce

Alessio Calandriello – voce

Tommy Talamanca – chitarra, tastiere

Alessandro “Bix” Bissa – batteria

Special guest:

Roberto Tiranti – voce su Tragedy

Trevor – voce su Nightmare

Stefano Galleano – chitarra su Angel Of Desire

Laura Gioffrè – voce su Angel Of Desire

Paolo Cintolesi – voce

Fabio Carmotti – voce

Luciano Rotella – narrazione

Tracklist:

  1. Delian’s Fool

  2. Battle Of Mind

  3. Wasted Love

  4. Nightmare

  5. Devil’s Temptation

  6. Angel Of Desire

  7. No Fear To Die

  8. Resurrection

  9. Tragedy (Bee Gees cover)

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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04th Dic2017

Stratovarius – Eternal

by Ottaviano Moraca

Stratovarius - EternalIl quindicesimo album degli Stratovarius arriva, nemmeno a dirlo, esattamente quindici anni dopo l’ultimo capolavoro della band, quell’Infinite che ancora prevedeva la formazione classica della band (per intenderci quella con Tolkki alla chitarra). Rispetto al passato la line-up di oggi annovera i soli Kotipelto e Johansson ma tanto basta per imprimere il marchio della compagine finlandese su tutti i sessanta minuti di questo CD. Ovviamente la mancanza dell’ex-axeman, nonché leader, del gruppo, così come quella del micidiale e mai abbastanza compianto Jörg Michael dietro le pelli, si fa ancora sentire ma rispetto ai deludenti, soprattutto sul piano delle vendite, lavori degli ultimi anni quest’ultima fatica è un netto passo avanti. Probabilmente i fasti degli anni novanta non torneranno mai e non si arriverà più a quei livelli di intensità e ispirazione ma dopo tanti problemi e più di venticinque anni di carriera è comunque bello vedere ancora il logo degli Stratovarius stampato sulla copertina di un nuovo disco. A maggior ragione perché, a differenza di tante proposte recenti che meriterebbero il pensionamento immediato degli autori, qui la qualità non manca davvero, ad iniziare dalla produzione, splendida e sfavillante come nella migliore delle tradizioni. Il songwriting, come consuetudine, rimane articolato e piuttosto complesso quindi non c’è pericolo di stufarsi durante l’ascolto e nemmeno sul piano tecnico si può pretendere di più. Le atmosfere ariose e spesso delicate sono incoraggiate dalla marcata deriva simphonic dei campioni del power metal finlandese che comunque non rinnegano, ma anzi calcano la mano, sulle variegate linee melodiche che li hanno resi celebri.

Stupisce infine come questo Eternal risulti assolutamente moderno sia per sound che per concezione pur mantenendo un forte legame con un passato ormai molto distante. Gli episodi più riusciti sono quelli maggiormente intimisti e cadenzati e l’insieme suona comunque inconfondibilmente Stratovarius in ogni solco senza raggiungere però gli stessi livelli di aggressività, e innovazione su cui la band viaggiava agli apici della sua storia. Concludendo si deve riconoscere un valore assoluto piuttosto alto a questo disco che è perciò consigliato a tutti i fan della band nonché agli amanti di sonorità piuttosto “tastierose”. Ed è proprio questa una delle maggiori differenze con il passato in termini di sound, l’altra riguarda l’impostazione vocale, non più così votata alle altissime frequenze. L’ultimo grande aspetto che distingue la produzione recente da quella di fine millennio è il grado di coinvolgimento dell’ascoltatore che i Nostri non riescono più a catturare con altrettanta efficacia pur mantenendosi su ottimi livelli. Ecco quindi perché questo non sia l’album giusto per iniziare ad immergersi nella discografia del gruppo pur, come detto, rimanendo una validissima proposta di power metal melodico. Gli Stratovarius sono tornati a nuova vita?

Autore: Stratovarius

Titolo Album: Eternal

Anno: 2015

Casa Discografica: earMUSIC

Genere musicale: Power Metal

Voto: 7,25

Tipo: CD

Sito web: http://www.stratovarius.com

Membri band:

Timo Kotipelto – voce

Matias Kupiainen – chitarra

Jens Johansson – tastiera

Lauri Porra – basso

Rolf Pilve – batteria

Tracklist:

  1. My Eternal Dream

  2. Shine In The Dark

  3. Rise Above It

  4. Lost Without A Trace

  5. Feeding The Fire

  6. In My Line Of Work

  7. Man In The Mirror

  8. Few Are Those

  9. Fire In Your Eyes

  10. The Lost Saga

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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27th Nov2017

Stratovarius – Infinite

by Ottaviano Moraca

Stratovarius - InfiniteNel 2000 la scena metal si era definitivamente lasciata alle spalle crisi e nuove idee, nuovi gruppi e nuovi festival fioccavano da ogni parte. Con questo panorama in fermento anche gli Stratovarius decisero di dire la loro inaugurando il nuovo millennio con la terza (e purtroppo ultima) perla di power metal melodico con l’attuale formazione. Si può già anticipare che fu un successo al pari degli ultimi lavori. Una vera prova di forza che mostrò in primis l’inesauribile ispirazione di una compagine che non sembrava avere alcun limite né compositivo né tanto meno tecnico. Quest’ultimo aspetto, come d’abitudine, è particolarmente evidente tanto negli acuti lancinanti al microfono, quanto nelle violentissime cavalcate in doppia cassa della sezione ritmica senza dimenticare i lunghi e strabilianti duetti di chitarra e tastiera in cui i due virtuosi della formazione si spendono senza sosta. Come sempre il tutto è condito da un senso melodico di rara efficacia in cui le linee si intrecciano mischiando complessità ed eccezionale intensità pur rimanendo sorprendentemente orecchiabili. Qualsiasi percezione di banalità è poi scacciata da questo disco dalla struttura delle composizioni che, inquiete ed articolate, aggiungono movimento rendendo tutto il lavoro avvincente ed accattivante.

Insomma un CD da ascoltare e da godere in tutte le sue sfumature che per altro saranno perfettamente apprezzabili grazie ad una produzione praticamente perfetta. Concludendo non si può non consigliare l’acquisto di questo album che con una tale magnificenza di arrangiamenti può essere ascoltato più e più volte senza correre il rischio di annoiarsi ma anzi apprezzando ogni volta nuovi dettagli o sfumature nascoste. L’eccezionale ricchezza di soluzioni sinfoniche e di atmosfere liquide e in continua evoluzione, che spaziano dal grandioso e potente fino al delicato e sommesso, completano un quadro d’eccellenza che infatti portò in casa Stratovarius riconoscimenti e premi, tra cui anche il disco d’oro. Cos’altro si può aggiungere… o desiderare?

Autore: Stratovarius

Titolo Album: Infinite

Anno: 2000

Casa Discografica: Nuclear Blast

Genere musicale: Power Metal

Voto: 8,25

Tipo: CD

Sito web: http://www.stratovarius.com

Membri band:

Timo Tolkki – chitarra

Timo Kotipelto – voce

Jari Kainulainen – basso

Jens Johansson – tastiere

Jörg Michael – batteria

Tracklist:

  1. Hunting High And Low

  2. Millennium

  3. Mother Gaia

  4. Phoenix

  5. Glory Of The World

  6. A Million Light Years Away

  7. Freedom

  8. Infinity

  9. Celestial Dream

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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20th Nov2017

Stratovarius – Destiny

by Ottaviano Moraca

Stratovarius - DestinyAd un solo anno di distanza da quel Visions che ne sancì la definitiva consacrazione a stella di prima grandezza del power metal mondiale gli Stratovarius diedero alle stampe il loro settimo album confermando quanto di buono ascoltato nel precedente lavoro e dimostrando di attraversare un periodo di inesauribile ispirazione. Si dice che il ferro vada battuto fintanto che è caldo e in questo la compagine finlandese non era seconda a nessuno tanto che per anni continuò a bersagliare gli scaffali dei negozi con dischi che, per quanto possa sembrare straordinario, nemmeno lontanamente accennavano a calare il livello qualitativo. Confermate in tutto quindi le caratteristiche del precedente lavoro, i Nostri rimisero sul piatto una produzione impressionante e pressoché perfetta per veicolare le mille sfaccettature di cui era condito il solito power metal melodico da sempre bandiera della band. Queste linee incrociate di voce, chitarra e tastiera risultano orecchiabili ma non banali, accattivanti ma al contempo semplici e dopo un paio di ascolti anche piacevolmente familiari tanto da diventare ancora una volta il centro d’interesse principale di una proposta comunque originale e con precise caratteristiche peculiari. Una di queste è naturalmente la forte propensione al tecnicismo in cui tutti si sprecano abbondantemente ma che risulta maggiormente evidente ascoltando la virtuosa e, direi, addirittura funambolica coppia Tolkki-Johansson. Non che la sezione ritmica lasci indifferenti, anzi innalza un muro sonoro di una violenza impressionante e che si può apprezzare molto bene soprattutto dal vivo.

Anche Kotipelto si spende senza risparmiarsi e anzi viaggia costantemente, come è nel suo stile, su toni molto alti. Detto questo, più che gli acuti dietro al microfono, rimangono nelle orecchie le acrobazie alla tastiere e alla chitarra…per chi sa apprezzare, davvero un viaggio nella tecnica. Insomma sul finire del millennio, cavalcando il successo di un genere riscoperto e dalla rinnovata fortuna, gli Stratovarius si confermarono tra le più solide e prolifiche realtà del sempre più affollato panorama power. Un vero piacere, non solo per gli amanti di questo particolare filone ma anche per tutti i metallari in genere che con pochissime eccezioni trovarono pane per i loro denti. Fu proprio questo a decretare il successo di un lavoro dal grande spessore, praticamente scevro da difetti importanti e perciò adatto anche alle orecchie più esigenti. Inutile dire che valse al gruppo innumerevoli riconoscimenti…e non avrebbe potuto essere altrimenti.

Autore: Stratovarius

Titolo Album: Destiny

Anno: 1998

Casa Discografica: Noise Records

Genere musicale: Power Metal

Voto: 8

Tipo: CD

Sito web: http://www.stratovarius.com

Membri band:

Timo Tolkki – chitarra

Timo Kotipelto – voce

Jari Kainulainen – basso

Jens Johansson – tastiere

Jörg Michael – batteria

Tracklist:

  1. Destiny

  2. S.O.S.

  3. No Turning Back

  4. 4000 Rainy Nights

  5. Rebel

  6. Years Go By

  7. Playing With Fire

  8. Venus In The Morning

  9. Anthem Of The World

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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14th Nov2017

Imago Imperii – Legendaria

by Marcello Zinno

Imago Imperii - LegendariaGli Imago Imperii sono una realtà tutta italiana che punta a dare nuovo lustro alla scena power metal di stampo epico. La band nasce sotto l’egida del duo Gwarner e Ivanhoe, che almeno fino a questo album, detengono le redini del progetto insieme ad altri musicisti aggiuntivi. Dopo aver pubblicato due EP giunge per loro il momento, nel 2016, di dare alla luce un vero e proprio full-lenght autoprodotto dal titolo Legendaria. Il lavoro è sicuramente lodevole: anche se un po’ troppo legato agli stilemi del genere (le influenze di Rhapsody Of Fire sono evidenti dal nostro punto di vista) la tecnica e la compattezza sonora sono tutt’altro che da band emergente. In primis la tecnica va sottolineata: Ivanhoe riesce a destreggiarsi molto bene sia alla tastiera che alla chitarra, gli arrangiamenti sono buoni e le ambientazioni non tradiscono quelle create da band più illustri del panorama internazionale. Forse è qui il punto su cui ragionare per il loro futuro: se infatti i cliché che ogni buon defender ama sono evidenti fin dalla prima traccia, si potrebbe cercare qualche soluzione maggiormente innovativa o comunque personale per la band, anche per affermare un proprio carattere musicale. Un brano come l’opener è di sicuro una buona traccia ma chi mastica il genere ne avrà sentite tantissime di pari interesse. Ascoltandoli ci vengono in mente i Thy Majestie, band validissima di pari genere, che però è riuscita negli anni a creare un proprio stile.

Sicuramente la produzione non è un segno distintivo di Legendaria, i suoni sono comunque buoni ma è evidente che per composizioni articolare, a livello sonoro, come in questo album è necessario puntare su produzioni di altissimo livello che valorizzino la pomposità di taluni paesaggi sonori. Va però dato atto al progetto che pezzi come Fields Of Jothunheim, un brano intricato e tiratissimo, o come Under Siege possono davvero essere l’inizio di una valida testimonianza di genere; lo spessore degli Imago Imperii viene dimostrato però nella suite The Sarmatic Saga attraverso Aleskandr Nevskij, una traccia fortemente power con ottimi assoli e cariche di notevole spessore, e Battle On The Ice che con i suoi cori infonde un animo molto epico, quasi di bathoriana memoria (non solo per il titolo e per i testi). Nel 2018 arriverà un nuovo lavoro per gli Imago Imperii, con una band al completo. Le aspettative sono sicuramente alte, noi crediamo possa essere il loro trampolino di lancio.

Autore: Imago Imperii

Titolo Album: Legendaria

Anno: 2016

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Power Epic Metal

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: https://www.imagoimperii.com

Membri band:

Gwarner – voce

Ivanhoe – tastiere, chitarra, basso

Magus – chitarra, voce

Debora Ceneri – voce

Luca “Luke” Fortini – chitarra

Tracklist:

1. Black Prince

2. The Last Queen Of The Dragons

3. Fields Of Jothunheim

4. Legendaria

5. Under Siege

The Sarmatic Saga:

6. The Grandmaster Of The Teutonic Knights

7. Aleskandr Nevskij

8. Battle On The Ice

9. Tyrant Is Time

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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13th Nov2017

Stratovarius – Visions

by Ottaviano Moraca

Stratovarius - VisionsCapolavoro. In verità oggi sappiamo che questo è solo il primo capitolo di una trilogia che valse al gruppo innumerevoli riconoscimenti tra cui alcuni dischi d’oro. Universalmente riconosciuto come uno dei migliori (se non addirittura il migliore) album degli Stratovarius questo Visions completò di fatto il processo di maturazione iniziato solo un paio di anni prima con l’ingresso di Kotipelto dietro il microfono. Nel frattempo però due ottimi album e soprattutto l’ingresso in squadra di Jens Johansson e Jörg Michael, rispettivamente alle tastiere e alla batteria, avevano messo letteralmente le ali alla compagine finlandese. Amatissimi in patria e ormai paladini di un certo tipo di power metal sinfonico, ispirato e soprattutto intenso i Nostri si fecero apprezzare dal sempre selettivo popolo metal di tutto il mondo grazie anche ad una spiccata attitudine all’esibizione dal vivo. I prodigiosi virtuosismi di cui, oggi come allora, sono infarcite anche le dieci nuove tracce di questo CD non lasciarono indifferenti le platee sempre più popolose davanti alle quali i Nostri presentavano la loro proverbiale perfezione tecnica.

Come detto non sarebbe però giusto mettere l’accento solo sull’esecuzione che, pur mirabile, è solo uno dei punti di cui questa sesta fatica in studio si può fregiare. Non si può dimenticare per esempio la produzione, semplicemente spettacolare e va citata sicuramente in questo contesto la composizione dei brani che riesce ad essere complessa e articolata ma così uniforme e ben proporzionata da rendere un lavoro lungo più di un’ora avvincente e mai stancante. Parte del merito va anche al ricco impianto melodico, da sempre cavallo di battaglia degli Stratovarius, che qui trova una dimensione ancora più cangiante e variopinta che in passato. Insomma dal vivo in mezzo a migliaia di persone o sdraiato in salotto con le cuffie in testa all’ascoltatore non rimane che perdersi sulle montagne russe su cui le intricate linee melodiche condurranno l’ascolto senza lesinare emozioni, sorprese e talvolta qualche sperimentazione. Semplicemente uno dei migliori dischi power metal di sempre…c’è bisogno di aggiungere altro?

Autore: Stratovarius

Titolo Album: Visions

Anno: 1997

Casa Discografica: Noise Records

Genere musicale: Power Metal

Voto: 8,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.stratovarius.com

Membri band:

Timo Tolkki – chitarra

Timo Kotipelto – voce

Jari Kainulainen – basso

Jens Johansson – tastiere

Jörg Michael – batteria

Tracklist:

  1. Black Diamond

  2. The Kiss Of Judas

  3. Forever Free

  4. Before The Winter

  5. Legions

  6. The Abyss Of Your Eyes

  7. Holy Light

  8. Paradise

  9. Coming Home

  10. Visions (Southern Cross)

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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12th Nov2017

Cyhra – Letters To Myself

by Marcello Zinno

Cyhra - Letters To MyselfAlla voce super-gruppi dobbiamo annoverare anche i nascenti Cyhra. Nemmeno il tempo di ufficializzare la dipartita di Jake E dagli Amaranthe che subito la voglia di rimettersi in gioco con un nuovo progetto lo porta a contattare un po’ di amici. La coincidenza con l’amico Jesper Strömblad è stata fondamentale: lui infatti aveva già abbandonato gli In Flames prima e i The Resistance dopo, e anche il suo collega negli In Flames, Peter Iwers, era rimasto libero. Così, una volta raccolti Euge Valovirta e Alex Landenburg, quest’ultimo ex batterista dei Luca Turilli’s Rhapsody, la formazione è stata completata. La lunga descrizione delle provenienze dei musicisti è fondamentale perché i Cyhra sono il completo compendio delle esperienze pregresse: le atmosfere melodic metal a cui gli In Flames non hanno mai rinunciato (soprattutto negli ultimi anni), le influenze di sponda elettronica degli Amaranthe (ascoltare il singolo Karma) nonché quel forte marchio di fabbrica power metal che rende Letters To Myself un buon prodotto per gli ascoltatori di questo genere. Muted Life ad esempio è un brano che si avvicina molto alla tradizione recente degli Helloween, accostando anche il singer Jake con Andi Deris, somiglianza che ritroviamo anche in altri brani. Noi apprezziamo i momenti meno accondiscendenti alla melodia: la titletrack è un assoluto treno in corsa e il riffing delle strofe fa perdonare l’estrema orecchiabilità del ritornello, buona anche Black Wings, il brano più trasversale e intricato del lotto in cui la band si esprime al completo.

Tutte considerazioni che di per sé non adducono ad un album brutto, anzi i rimandi sono più che illustri. Quello che non ci permette di inserire la band nelle nuove realtà da tenere sotto occhio è l’approccio mainstream seguito nella composizione dei brani. Ciascuna traccia ha un buon potenziale radiofonico, dei refrain che non richiedono numerosi ascolti per girare nelle nostre orecchie, ma proprio per questo sembra una confezione regalo eccessivamente luccicante, senza sbavature e senza esuberanze, elementi che avremo apprezzato considerando la caratura della line-up. Non a caso tracce come Dark Clarity, Holding Your Breath (scontata fin dal titolo) o Inside A Lullaby sono un esercizio un po’ troppo scolastico per una band agli esordi che dovrebbe volersi differenziare nella giungla del metal europeo. Speriamo che fioriranno con il tempo.

Autore: Cyhra

Titolo Album: Letters To Myself

Anno: 2017

Casa Discografica: Spinefarm Records

Genere musicale: Power Metal

Voto: 6

Tipo: CD

Sito web: http://www.cyhra.com

Membri band:

Joacim “Jake E” Lundberg – Vocals

Jesper Strömblad – Guitar

Euge Valovirta – Guitar

Peter Iwers – Bass

Alex Landenburg – Drums

Tracklist:

  1. Karma

  2. Heartrage

  3. Here To Save You

  4. Muted Life

  5. Closure

  6. Letter To Myself

  7. Dark Clarity

  8. Holding Your Breath

  9. Rescue Ride

  10. Black Wings

  11. Inside A Lullaby

  12. Dead To Me

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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06th Nov2017

Stratovarius – Episode

by Ottaviano Moraca

Stratovarius - EpisodeEvoluzione, trasformazione e… rivoluzione. Senza girarci intorno è questo che bisogna aspettarsi dal nuovo Episode che, tanto per dirne una, si presenta con una line-up completamente rinnovata rispetto alle origini della band. E’ così: sebbene questa sia considerata ancora oggi la formazione classica della compagine finlandese in verità non contiene nessuno dei membri fondatori. Poco male perché, diciamolo, i due nuovi innesti, alla batteria e alla tastiera, hanno immediatamente dato al gruppo una marcia in più e il maggior affiatamento di Kotipelto dietro al microfono ha fatto il resto trasformando questo quinto lavoro in una perla che gli amanti del genere ancora ricordano a distanza di più di vent’anni. In verità questo è un disco così variegato e di così alto livello da poter piacere davvero a chiunque abbia un minimo di apertura mentale. Come in passato i virtuosismi si sprecano ma ora il buon Tolkki non è più da solo e ai funambolici fraseggi di chitarra rispondono sventagliate di note provenienti dall’altrettanto prodigioso Johansson (già con Malmsteen e Dio). Insomma la configurazione da super-gruppo, completata da Jörg Michael (già con i Rage) dietro le pelli, si addice perfettamente agli Stratovarius, il cui songwriting non cambia più di tanto reggendo alla pressione di tanta maestria senza piegarsi eccessivamente e anzi trovando quegli sbocchi espressivi che in passato erano un po’ mancati.

Anche il sound della band viene rimodernato e, forte di una produzione di primissimo ordine, perde completamente qualsiasi patina di immediatezza potesse essere rimasta per approdare su terreni più consoni al progressive metal che meglio si prestano a veicolare il messaggio di queste undici tracce. Il genere invece rimane saldamente ancorato ad un power metal di stampo classico, sebbene variegato da venature sperimentali completamente assenti in passato, in cui soprattutto l’approccio molto tecnico consiglierebbe qualche sorta di distinguo che li separi dalle altre proposte dell’epoca. Ad oggi invece nel solco tracciato dagli Stratovarius sono passati in molti…ma questa è un’altra storia che però conferma l’autorità maturata dai Nostri. In questa sede basti sottolineare come Episode sia stato un successo planetario che lanciò in orbita una band completa e capace di coniugare tecnica, melodia, creatività, intensità e ispirazione come nessun’altra in quel periodo.

Autore: Stratovarius

Titolo Album: Episode

Anno: 1996

Casa Discografica: Noise Records

Genere musicale: Power Metal

Voto: 8,25

Tipo: CD

Sito web: http://www.stratovarius.com

Membri band:

Timo Tolkki – chitarra

Timo Kotipelto – voce

Jari Kainulainen – basso

Jens Johansson – tastiere

Jörg Michael – batteria

Tracklist:

  1. Father Time

  2. Will The Sun Rise?

  3. Eternity

  4. Episode

  5. Speed Of Light

  6. Uncertainty

  7. Season Of Change

  8. Stratosphere

  9. Babylon

  10. Tomorrow

  11. Night Time Eclipse

  12. Forever

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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30th Ott2017

Stratovarius – Fourth Dimension

by Ottaviano Moraca

Stratovarius - Fourth DimensionCon questo lavoro gli Stratovarius si confermano una realtà liquida e in continuo divenire. Un’evoluzione-trasformazione che è da sempre croce e delizia per i fan della band. Nemmeno per questo quarto capitolo i Nostri lesinano con le sorprese ad iniziare dal genere che rinuncia quasi del tutto alle derive progressive, che invece abbondavano nel precedente episodio, per sposare un power metal più essenziale ma con forti connotazioni ultra-tecniche. La ragione di questo cambiamento risiede nella scelta del talentuoso leader Timo Tolkki di abbandonare il lavoro al microfono per dedicarsi esclusivamente al suo ruolo di chitarrista. La scena metal è costellata di personaggi iper-attivi, iper-creativi e iper-produttivi che devono (e possono) accentrare su di sé ogni attenzione. Questo atteggiamento, diciamo, un po’ da “prime donne” testimonia la grandezza di personaggi del calibro di Kai Hansen, Dave Mustaine, Peter Wagner, Yngwie Malmsteen e via dicendo. Con maggior umiltà il virtuoso axeman degli Stratovarius decide invece di seguire una strada diversa e scritturare un cantante a tempo pieno per completare la line-up del gruppo trascinando al contempo il sound della band verso lidi più sinfonici e infondere ancora più melodia in questi nuovi undici brani.

Alla fine Fourth Dimension suona come un super-album della compagine finlandese in cui tutte le caratteristiche che li hanno contraddistinti fin qui sono enfatizzate al massimo se non addirittura quasi esasperate. Abbiamo quindi più velocità, più tecnica, più melodia nonché una produzione che finalmente consente di godere a pieno di tutta la prodigiosa abilità compositiva che i Nostri hanno sempre saputo mettere in campo. Due immancabili parole sul nuovo entrato: Timo Kotipelto figura più che bene e, pur con uno stile molto incentrato sulle tonalità più alte, si inserisce in maniera armonica nell’impianto espressivo della band. Possiamo tranquillamente dire che il nuovo innesto non faccia sentire la mancanza di Tolkki dietro al microfono facendo tutto quanto facesse lui, ma meglio, compreso il lavoro di frontman che, come era prevedibile oltre che comprensibile, è molto più abbordabile se non si imbraccia uno strumento.

Insomma un passo avanti che avrebbe potuto rivelarsi un errore clamoroso e che invece ha pagato regalando a questo CD un clamoroso successo di vendite e consensi. La storia non finisce qui e nuovi stravolgimenti sono già nell’aria…keep in touch.

Autore: Stratovarius

Titolo Album: Fourth Dimension

Anno: 1995

Casa Discografica: Noise Records

Genere musicale: Power Metal

Voto: 8

Tipo: CD

Sito web: http://www.stratovarius.com

Membri band:

Timo Kotipelto – voce

Timo Tolkki – chitarra

Jari Kainulainen – basso

Antti Ikonen – tastiera

Tuomo Lassila – batteria

Tracklist:

  1. Against The Wind

  2. Distant Skies

  3. Galaxies

  4. Winter

  5. Stratovarius

  6. Lord Of The Wasteland

  7. 030366

  8. Nightfall

  9. We Hold The Key

  10. Twilight Symphony

  11. Call Of The Wilderness

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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